La
Tigre
Lo squillo della
campanella lo interruppe.
- Continueremo la
prossima volta ragazzi.
Disse
raccogliendo libri e fogli sparsi sull'ampia cattedra in legno
massiccio, mentre dall'aula molti studenti iniziavano ad alzarsi.
- Ricordate,
eentro venerdì voglio la relazione sui punti di convergenza tragica
tra Shakespeare e De Sade e il ruolo della donna in relazione al loro
pensiero.
Sorrise sentendo
il mormorio infastidito di diversi studenti, soprattutto il piccolo
gruppo in alto a destra. Quei giocatori della squadra di football
avevano scelto il suo corso pensando che, essendo stato in passato un
abile quarterback, avrebbe avuto un occhio di riguardo. Non avrebbero
potuto sbagliare di più.
“Teste di
legno” Pensò. “Nemmeno in grado di leggere fluentemente
Skakespeare, altro che comprenderne le sfumature”.
Una studentessa,
Jennifer Logan, si avvicinò ancheggiando in una minigonna che nulla
lasciava all'immaginazione. Si fermò davanti a lui, più vicina di
quanto l'etichetta o il buon senso potessero consigliare e gli parlò
con la bocca talmente vicina che, non solo sentì il profumo della
gomma alla menta, ma anche un sentore di cioccolato, probabile
ripieno delle ciambelle della sua colazione.
- Professore,
ricorda? Aveva promesso di mostrarmi le sue copie antiche di Amleto e
Otello? Io nel pomeriggio sarei libera.
“Sì, libera
di farti sbattere per ore sul mio divano immagino. Puttanella”
Pensò, ma
sorridendo rispose:
- Mi dispiace,
oggi non è possibile, ho un appuntamento irrinunciabile, ma venerdì
sera sarò libero. Ti aspetto alle sette.
“E così
vedremo se sei apparenza o se sotto quella gonna c'è davvero del
fuoco che arde”
Disse tra sé,
allontanandosi.
Richard Winthrop, professore emerito, lasciò l'imponente edificio
della facoltà di letteratura della Miskatonic University per
dirigersi al parcheggio del campus, da dove, tra gli sguardi curiosi
e ammirati degli di studenti in giro, uscì rombando sulla sua
Porsche blu.